Ikigai, la ragione per svegliarsi la mattina

Ikigai, la ragione per svegliarsi al mattino

Un amico mi ha chiesto di scrivere qualcosa sull’ikigai ed eccomi qui, con la consapevolezza che non potrò dire molto più di quanto non sia già stato scritto o detto ma comunque, con la voglia di farlo.

Il senso della vita è quello di trovare il vostro dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo. Pablo Picasso

Nella zona di Okinawa, nell’arcipelago giapponese delle Ryūkyū (patria tra l’altro del mio tanto amato Karate, creatosi in seguito alla fusione delle Arti Marziali cinesi con l’Okinawa-te, all’epoca suddiviso in Naha-te, Shuri-te e Tomari-te), l’ikigai è conosciuto come “la ragione per svegliarsi al mattino”. La parola, entrata inizialmente a far parte della cultura giapponese, è oggi un termine utilizzato universalmente per indicare la “ragione della propria esistenza” (in alcuni casi può indicare anche una persona cui si è profondamente legati/innamorati).

Ikigai

Il termine ikigai è composto dalla parola iki (生き) che significa “vita” e dalla parola kai (甲斐) (scritta gai quando è utilizzata in sequenza) che vuol dire “significato”. Quindi la traduzione completa di ikigai suona più o meno così: “un significato per la vita”.

Tutti hanno il proprio ikigai. Trovare quale sia il motivo per cui siamo su questa terra richiede però una ricerca interiore che può spesso essere lunga e difficile, ma se finalizzata porta la persona a raggiungere una profonda soddisfazione. Soddisfazione che si manifesta attraverso il raggiungimento di uno stato di pace interiore, autorealizzazione, piena espressione del proprio sè e del proprio potenziale, salute psico-fisica, integrazione e interazione piena con il tutto.

Alcuni di noi trovano presto il loro ikagai, altri solo dopo un lungo peregrinare, dopo un difficile travaglio interiore, altri ci impiegano un’intera vita e altri ancora per paura, pigrizia, conformismo, non ci si avvicinano neppure, passando la loro esistenza nella falsa convinzione che, ciò che la società ha deciso essere buono per loro, vada bene.

La famiglia, un sogno, un amore, qualsiasi cosa può rappresentare il proprio ikigai. Non esiste giusto o sbagliato, non siamo noi a dover giudicare la scelta dell’altro ma ognuno deve guardarsi dentro in maniera sincera e chiedersi: “qual è lo scopo della mia vita?”, “cosa sono venuto a fare?”, “qual è la ragione ultima della mia esistenza?”, “cosa può riempire la mia vita al punto da lasciarmi sereno sul letto di morte, sicuro di non aver sprecato il mio tempo?”.

Una cosa è certa, senza un senso personale dato alla propria esistenza, la vita risulta un contenitore vuoto al pari di un bicchiere bellissimo che però non ha mai incontrato l’acqua e non è mai servito a dissetare nessuno. Che senso avrebbe essere un così bell’oggetto se poi tale strumento restasse inutilizzato?

Non trovare la vera ragione per svegliarsi la mattina, ci lascia vuoti e porta la nostra attenzione sulla parte oscura dell’esistenza, a tutto quanto è orribile nel mondo, verso la polarità “negativa” dell’intero universo, e soprattutto verso la depressione, la frustrazione, l’insoddisfazione cronica, la morte interiore e anche verso la morte del corpo.

Ricordiamoci però che ognuno ha un suo proprio ikigai, ognuno è venuto al mondo con una scintilla divina unica e particolare. Seguire ed aspirare alla felicità altrui non ci realizzerà, ci darà solo una falsa sensazione di pienezza e benessere. Se ci ossessioniamo con l’idea di avere e fare quello che hanno e fanno gli altri, diventeremo come il 99% della popolazione. Se, al contrario, osiamo e agiamo in base ai nostri sogni, desideri e propositi di vita, allora saremo unici, saremo quell’1% che aspira a una soddisfazione autentica.

Personalità ed essenza

Come scoprire quindi la propria ragione di vita? Possibile che esista qualcuno che non conosce la sua ragione di vita? Anche se può sembrare strano, non tutti hanno le idee chiare, anzi, il più delle volte le persone hanno traguardi, ideali e obiettivi distorti o impregnati di valori che non gli appartengono e che sono solo il riflesso dell’educazione, della famiglia e dell’ambiente sociale in cui vivono.

Dobbiamo quindi distinguere la nostra personalità, ovvero l’insieme di diversi elementi, tendenze, credenze, idee, ecc da quella che è la nostra essenza, il nostro mandato celeste, la nostra interiorità più pura e più vicina alla spontaneità del bambino (inteso come simbolo di energia vitale espressa al massimo livello e di spirito non imprigionato da false convenzioni).

Stanotte prima di andare a dormire chiediamoci: “cosa amiamo fare?”, “in cosa siamo bravi?”, “cosa possiamo donare al mondo per renderlo migliore?”, “per cosa potremmo essere ricompensati?” mettiamo assieme le risposte e fondiamole con ciò che per noi significano “passione”, “missione”, “vocazione” e “professione” e, forse, domani mattina ci risveglieremo sorridenti, carichi di energia positiva e con un buon motivo per alzarci dal letto e affrontare la giornata!

Letture consigliate:

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  • Ikigai. Il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici [scopri di +]