Facebook mi fa tornare il mente un compito delle scuole elementari

Facebook mi fa tornare in mente un compito delle scuole elementari

Qualche giorno fa Facebook mi ha comunicato che sono 1000 le persone che seguono la mia pagina. Il primo pensiero è stato: “poca roba”. Pensando alle linee guida del marketing e della comunicazione digitale, un numero di follower pari a 1000 è pressoché ridicolo, vuol dire non esistere, essere “trasparente”.

Il secondo pensiero è andato a quella volta che la mia Maestra delle elementari ci ha dato, come compito per casa, da scrivere i numeri dall’1 al 1000 sul quaderno. Non ricordo bene.. forse ero in terza elementare. Ricordo però quante pagine di quadernone a quadretti ci sono volute e ricordo che nonostante non mi fossi mai fermato per tutto il pomeriggio, arrivò sera e non avevo ancora finito. In testa avevo una voce che scandiva il conteggio: 1.. 2.. 3.. 134.. 135.. 136.. 867.. 868.. 869…

Rivedo come in una vecchia foto la pagina del quaderno, i numeri scritti in blu con calligrafia un pò incerta, il tentativo di allineare bene un numero sotto l’altro.. unità, decine, centinaia. Non ricordo la fatica di quel momento, ricordo invece la calma che mi metteva scrivere, quasi stessi creando un mandala.

Ricordo che mio papà era già rincasato da lavoro, quindi erano almeno le 19-19:30 e io ero ancora seduto a tavola con la penna in mano, a scrivere. Quella sera abbiamo cenato tardi per consentirmi di portare a termine il compito.

Non so bene il senso di quell’esercizio. Forse una punizione, forse ci eravamo comportati male e la Maestra voleva darci una lezione, tenendoci chini sul quaderno per così tante ore o forse voleva insegnarci qualcosa.. la calma, la pazienza, il senso della lentezza.

Essere fermi è molto diverso dal non fare niente.

Ricordo che mamma e papà non commentarono la cosa, si sincerarono solo che avessi eseguito bene quanto richiesto (chissà se oggi sarebbe lo stesso o se qualche genitore si indignerebbe per il rischio di una tendinite al polso del figlio..).

Un insegnamento silenzioso

Che quel compito fosse giusto o meno non cambia il senso. Una cosa che compresi quel giorno è che quello che ci sembra poco o che gli altri ci dicono essere poco, molto volte, poco non è. Mille sembrava un numero così “vicino”, così “piccolo” fino a che non mi ci sono confrontato.

Ecco che sull’onda di quel ricordo, trovo sia stupefacente che mille persone siano interessate alle cose che faccio e alle cose che scrivo. Ripeto, non mi interessano i confronti, le medie, i trend, le statistiche.. nella mia testa ci sono mille facce, altrettanti sguardi, mille personalità con caratteristiche diverse, mille unicità e sono tante, davvero tante.

Grazie a queste mille persone, molte delle quali nemmeno conosco, per il tempo che mi dedicano.