Salute e medicina

Medicina e salute ai nostri giorni

Se cerchiamo la definizione di medicina su Wikipedia leggiamo: la medicina è la scienza che studia il corpo umano al fine di garantire la salute delle persone, in particolare riguardo alla definizione, prevenzione e cura delle malattie, e alle diverse modalità di alleviare le sofferenze dei malati (anche di coloro che non possono più guarire).

Non sto a sindacare su cosa sia oggi la medicina, cosa sia diventata o quali interessi si celino dietro ad essa ma trovo eccezionale il concetto di medicina per la tradizione cinese.

La medicina cinese è una medicina di comunità per cui la salute del singolo è direttamente collegata allo stato di salute della comunità in cui vive ed è responsabilità della collettività mantenere e garantire la salute di ogni individuo.
La semplicità e la magnificenza di questo concetto sono disarmanti.

Prodigarci per la salute di chi ci sta vicino non solo garantirà un migliore stato di salute per il prossimo e per la comunità nel suo complesso ma garantirà a me di non entrare in contatto con individui portatori di malattie e di ricevere il medesimo trattamento nel caso in cui il mio stato di salute venga meno.

Concetti di collettività, gruppo, condivisione, collaborazione, conforto, aiuto, altruismo, interdipendenza, sostegno che erano normali per le comunità agricole e contadine dei nostri nonni di non più di 50-60 anni fa.

Oggi invece vige la regola “mors tua vita mea”, ognuno chiude dietro di sè la porta di casa e affonda la testa nella sabbia come lo struzzo pensando così di lasciare fuori problemi e invece questo serve solo a farci sentire falsamente sicuri e più soli nel momento del bisogno.

Se cerchiamo invece la definizione di salute, su Wikipedia, si fa riferimento alla Costituzione dell’Organizzazione mondiale della sanità e la si definisce: stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia.

Oggi la medicina opera veramente per il raggiungimento del completo benessere fisico o si limita, a volte senza neppure riuscirci, a lenire o soffocare i sintomi del malessere fisico e psicologico?

A me fa pensare la frase che recita: “la salute non è una condizione di semplice assenza di malattia”. La salute può davvero essere equiparata alla semplice assenza di malattia o è uno stato più alto di benessere in cui l’individuo può stare bene a prescindere da quella che è la sua integrità fisica?

Forse la medicina di oggi ha dimenticato che l’individuo è più di un corpo fisico ma è anche interazione sociale con gli altri uomini e con la natura.

Forse è per questo che molti nel momento del bisogno si allontanano dalla medicina come scienza esatta e ritrovano se stessi e la propria dimensione nell’approccio olistico di quelle medicine chiamate alternative.

Forse sarebbe sufficiente riportare i medici e la medicina occidentale a un rapporto più umano con il paziente, rimettendo al centro l’uomo e la sua individualità e unicità in relazione con tutto ciò che lo circonda.

I nostri avi lavoravano e vivevano secondo i ritmi della natura, oggi invece ci siamo talmente estraniati dal tutto che oziamo nella stagione del nostro massimo vigore per lavorare duramente nel tempo che sarebbe del rinnovamento, dell’ozio e della raccolta delle energie e poi ci stupiamo se ci sentiamo “fuori fase” o disconnessi dal resto del mondo.

Io aspiro a una medicina che abbia come obiettivo quello di preservare la salute delle persone e non solo di curarle, che sappia lenire allo stesso modo le pene del corpo, della mente e dello spirito cogliendo l’unicità di ognuno in perfetta sincronia con tutto ciò che ci circonda.

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