Nascita ed evoluzione del Coaching

Origini del Coaching, come nasce e come si evolve

Il termine Coach è una parola inglese, di uso abbastanza comune ai giorni nostri, che si può tradurre con allenatore, di conseguenza la parola Coaching richiama il concetto di allenamento. Nonostante si tratti di un termine molto utilizzato in ambito sportivo, il suo utilizzo nell’ambito dello sviluppo personale è abbastanza recente.

I suoi predecessori più illustri hanno però una storia ben più antica.

La maieutica socratica

Socrate nasce ad Atene nel 469 a.C., viene ricordato per essere stato uno dei più grandi filosofi della storia ma anche per la maieutica, ovvero l’arte “consistente nel mettere in grado l’allievo, mediante il dialogo, di acquisire progressiva consapevolezza della verità che è dentro di lui” (definizione tratta dal vocabolario della lingua italiana Zingarelli).

Socrate dunque non insegnava nulla ai suoi allievi, bensì filosofava con loro ponendogli domande, senza mai fornire risposte precostituite.

Potremmo dire che è proprio nella maieutica socratica che si intravede la fiammella che darà vita e luce al coaching moderno.

Timothy Gallwey e The Inner Game of Tennis

Passano circa 2500 anni e dalla Grecia di Socrate si passa agli Stati Uniti, in un campo da tennis per la precisione. È il 1974 quando l’allenatore sportivo Timothy Gallwey giunge alla conclusione che: “L’avversario che si nasconde nella nostra mente è molto più forte di quello che troviamo dall’altra parte della rete”.

Gallwey sostiene cioè che l’atleta riesce a esprime la sua performance ottimale quando riduce al minimo le interferenze interne e sviluppa fiducia nelle sue capacità di apprendere in modo naturale dall’esperienza diretta.
È con Gallwey che possiamo dire che nasce il Coaching moderno.

Dal campo da tennis alla realtà aziendale grazie a John Whitmore

Sir John Whitmore, colpito dai concetti e le deduzioni di Gallwey, si chiede come poter applicare la metodica del coaching alle problematiche aziendali. Elabora un metodo che battezzerà G.R.O.W. e nel 1992 scrive il libro Coaching for Performance.

Rispetto a Gallwey, Whitmore si concentrerà più sull’allenamento del potenziale della persona che sulla limitazione delle interferenze e del dialogo interiore.

Anche la Psicologia ha dato il suo contributo al Coaching

Un importante contributo al Coaching viene anche dalla Psicologia. In particolar modo dalla Psicologia Umanistica prima e dalla Psicologia Positiva poi. Esponenti di queste due correnti sono, rispettivamente, Abraham Maslow e Martin Seligman. È proprio grazie alla Psicologia Positiva e al lavoro di Seligman sulla classificazione delle virtù universali e delle potenzialità personali che il coaching si è arricchito, in maniera determinante, dal punto di vista teorico.


Se Socrate, Gallwey, Whitmore e Seligman possono essere considerati i protagonisti principali della nascita del Coaching come lo conosciamo oggi, non possiamo non citare altre figure importanti che hanno dato il loro contributo: Albert Bandura (autore della Teoria dell’Autoefficacia), Edwin Locke e Gary Latham (autori della Teoria del Goal Setting), Carl Rogers (padre del Counseling) e Eric Berne (padre dell’Analisi Transazionale).