Saper prendere le distanze ci aiuta a cambiare prospettiva

Saper prendere le distanze ci aiuta a cambiare prospettiva

Alcune volte, prendere le distanze da ciò che ci circonda (contesto e relazioni) è d’aiuto per iniziare a vedere le cose in modo diverso, per guardare le situazioni per quello che sono, per schiarirci le idee e fare, così, scelte più allineate con noi stessi.

Riuscire in questo non è per nulla facile, siamo tutti, più o meno “impantanati” nella realtà che ci siamo costruiti, interagiamo con il mondo attraverso la nostra mappa e lo guardiamo attraverso la nostra cornice. Detto ciò, fare esercizio di allontanamento può essere estremamente utile, stimolante e proficuo.

Potremmo pensare al mondo come a un lago in cui siamo continuamente immersi e dove la nostra quotidianità consiste nel raccogliere dal fondo di questo lago le giuste pietre, quelle con una certa forma e uno specifico colore.
Più ci affanniamo nella raccolta e più muoviamo l’acqua intorno a noi che finisce, irrimediabilmente, per intorpidire il fondale nascondendo alla vista i sassi oggetto della nostra attenzione. Ecco che il doverci muovere “a caso” genera in noi ansia, paura, sconforto e questo non facilita di certo il compito. Cosa fare quindi?

Può essere di aiuto prendere le distanze, fare un passo indietro, allargare il nostro campo visivo, aumentare il ventaglio delle possibilità, uscire dagli schemi precostituiti che ci siamo cuciti addosso, utilizzare il pensiero laterale e non solo quello razionale, utilizzare la creatività, abbandonare il pessimismo.

Così facendo l’acqua del lago torna calma, piatta e limpida a tal punto da mostrare in maniera chiara il contenuto del suo fondale e noi, a questo punto, non dobbiamo fare altro che immergere la mano con precisione per portare in superficie il sasso giusto al momento giusto.

Lo psicologo e scrittore Daniel Goleman sottolinea, nel suo libro Focus, il bisogno di allenare l’attenzione e per quanto possa sembrare strano, un modo per riuscirci è proprio quello di “allontanarsi”.

Come imparare a prendere le distanze?

Anche la psicologia ci parla di “distanziamento” e ce ne parla come di un concetto che si traduce in una migliore gestione dello stress e dell’ansia, funzionale a prendere decisioni più efficaci e, addirittura, come mezzo di potenziamento del processo creativo.

Pare addirittura che il semplice fatto di riposare lo sguardo davanti a un paesaggio rilassante e attraente, ci aiuti a prendere le distanze dalla realtà immediata, per meglio connetterci con noi stessi. Non è quindi necessario allontanarci chilometri per stabilire una separazione fisica dalla nostra quotidianità e dal nostro ambiente.

Di autodistanziamento parla anche Viktor Frankl, neurologo, psichiatra e filosofo austriaco, tra i fondatori dell’analisi esistenziale e della logoterapia. Frankl nei suoi scritti parla di libertà in termini di “uomo libero di assumere un atteggiamento proprio nei confronti di qualunque condizionamento o situazione”.

Sempre per Frankl la capacità umana di autodistanziamento si manifesta non solo nell’eroismo, ma anche attraverso l’umorismo che rende possibile un distacco di giudizio rispetto alle situazioni, alle persone e perfino nei confronti di se stessi.

Non sappiamo com’è la realtà. Sappiamo solo come la osserviamo e come la interpretiamo. (Humberto Maturana)

Vedere il mondo attraverso gli occhi dell’altro

Qualcosa su cui insistono un pò tutti al giorno d’oggi è la necessità di imparare a vivere il presente. Allo stesso tempo, è importante sintonizzarci con i nostri pensieri e le nostre necessità.

Ecco che per fare ciò diventa utile allontanarsi e guardare con una diversa prospettiva le situazioni: un modo per riuscirci è guardare noi stessi e il mondo con gli occhi di un osservatore esterno, come se fossimo un’altra persona.

Applicarsi in questo aiuta a ridurre il rumore di fondo (ossia calmare il lago dalle acque increspate e dal fondale torbido) ed è anche un modo per parlare a noi stessi con gentilezza, accoglienza e senza troppi giri di parole. Ci permette inoltre di analizzare il nostro mondo interiore con oggettività, calma e maggiore consapevolezza.

Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l’opportunità in ogni difficoltà. (Winston Churchill)

Un esercizio da mettere in pratica

Un allenamento che possiamo autoprescriverci per “disinnescare” il nostro ego e spegnere per un attimo il dialogo interiore, è quello di andare in un luogo tranquillo e dedicarci a un colloquio con noi stessi che può seguire questa traccia:

  • <Pronunciare il proprio nome> cosa ti preoccupa?
  • Concretamente, quale credi sia la cosa di cui hai bisogno ora?
  • Cosa ti impegni a fare, ed entro quando, per risolvere la situazione?
  • Ricorda che meriti di essere felice e che tutto andrà bene

Un viaggio non è la soluzione ma può aiutare

Abbiamo dunque capito che prendere le distanze per cambiare prospettiva non richiede di allontanarci in termini spaziali, di abbandonare tutto e partire per un viaggio dall’altra parte del mondo. Anzi, a volte, la fuga non aiuta a scappare dalle preoccupazioni e dai problemi e il distacco che dobbiamo ricercare è di tipo psicologico.

Tuttavia, a volte, fare un viaggio, può essere terapeutico e donarci nuova energia e quindi in periodo di vacanze perché non unire l’utile al dilettevole?

Che altro dire… buon viaggio dentro e fuori da te!