Quando si pensa a un artista marziale, spesso, si pensa a una persona calma, sicura di sé, equilibrata nelle azioni, concentrata, essenziale nei modi e nelle abitudini, rispettosa di sé e degli altri. In altre parole, una persona retta e con una presenza perfettamente equilibrata. Queste qualità che, come detto, si ritrovano in parte o tutte assieme in colui il quale pratica con sincerità, costanza e dedizione la marzialità, da cosa derivano? O meglio ancora, attraverso quale tipo di allenamento [...].
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Ogni praticante di Arti Marziali ha sognato, almeno una volta nella vita, di imparare a sferrare pugni e calci efficaci e imparabili, frutto di una energia sovrannaturale. Spesso questa ricerca (poco marziale) dell’estrema distruttività del colpo passa (solamente) attraverso l’allenamento fisico, il condizionamento, l’aumento della forza e della prestanza fisica. Tale ricerca spasmodica, spesso, porta lontano dall’obiettivo. Quello che si ottiene è una finta sensazione di efficacia, labile e passeggera, che si esaurisce in fretta perchè è legata a un [...].
Nell’Aikidō e nel Tàijíquán, ogni gesto è originato dal movimento dell’energia (che a sua volta è attivato dall’intenzione), così anche nel Karate, nel Jūdō e nel Jū Jitsu non è importante la forza muscolare quanto l’abilità di gestire e direzionare il Ki (o il Qi). Tra le Arti Marziali orientali, quelle che forse si sono dedicate maggiormente allo studio del Ki (o del Qi) sono l’Aikidō giapponese e il Tàijíquán cinese. La prima tra le due arti citate, l’Aikidō, deve [...].
Tra le storie zen si narra di un giovane monaco al quale era stato chiesto di recapitare una lettera molto importante. Arrivato quasi a destinazione, si trovò a dover attraversare un ponte presidiato da un samurai molto esperto nell’uso della spada che aveva fatto voto di sfidare i primi cento uomini intenzionati a passare da una sponda all’altra del fiume. Prima dell’arrivo del monaco, il samurai, aveva già sfidato e vinto novantanove malcapitati. Il giovane chiese la grazia di passare [...].
Resilienza è una parola diventata di moda e utilizzata sempre più spesso in ambito sportivo, lavorativo e personale. Prendendo spunto dalla psicologia, la definizione di resilienza indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita a fronte delle difficoltà, di ricostruire se stessi restando aperti alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Potremmo quindi definire persone resilienti quelle che, coinvolte in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e [...].
La respirazione rappresenta una funzione molto particolare nel nostro organismo, in quanto possiede una caratteristica molto rara: può essere sia involontaria che volontaria, possiamo infatti controllare il respiro, ma non possiamo privarcene per più di un determinato periodo. Il respiro è legato allo stato fisico della persona: quando facciamo una corsa, uno sforzo fisico o siamo arrabbiati andiamo in affanno, sentiamo “il cuore in gola” o abbiamo una respirazione veloce, superficiale, ritmata. Appena svegli, quando siamo ancora sdraiati o comunque [...].
Di cosa parliamo quando diciamo che le Arti Marziali sono in grado di forgiare il carattere di colui il quale le pratica con passione e dedizione? Carattere, dolore, empatia e compassione Pur non essendo masochisti, è indubbio che la pratica di un’arte marziale coinvolga, in un certo qual modo, la presenza del dolore nel corso dell’allenamento. Chiunque sia stato colpito da un pugno, messo in leva o proiettato sa di cosa si stia parlando; stessa cosa vale per il dolore [...].
In quale modo la filosofia alla base delle discipline orientali può dare vita a un progetto che affianchi Arti Marziali e Team Building? I principi del Karatedō, dell’Aikidō, del Judō (per restare in ambito giapponese) o del Taiji Quan e Qi Gong (per citare alcune tra le pratiche cinesi più conosciute) insegnano a conoscere meglio se stessi e gli altri, oltre alle dinamiche di relazione e comunicazione. Arti Marziali e Team Building Leggendo con attenzione “I venti principi del Karate” tratti [...].
Spesso mi viene detto che le Arti Marziali sono delle discipline violente e che fa strano pensare a questo approccio come mezzo per trasmettere valori profondi e strumenti per coltivare la leadership o promuovere il team building. Io rispondo così.. È vero, nell’immaginario collettivo le arti marziali sono spesso viste come discipline cruente in cui calci volanti e mosse letali danno vita a scontri all’ultimo sangue, il cui unico “senso” è quello di combattere la violenza con altra violenza. Per chi [...].
Nella pratica di un’arte marziale ci si affida a tre condizioni fondamentali per mantenere la motivazione e coltivare la forza di proseguire nel percorrere la via. Questo è ancora più vero e più necessario nella fase iniziale quando cioè le poche soddisfazioni e i molti concetti da apprendere rendono difficile il perdurare di una forte spinta a fare. Il parallelo con la vita reale viene automatico. Purezza, Entusiasmo e Pazienza ci vengono in aiuto e diventano i tre motori del [...].