Quando si parla di coaching va fatta una distinzione tra quello che è coaching e quello che Coaching professionale. Il primo è qualcosa di non ben definito che (quando va bene) spazia tra la consulenza e la formazione, la motivazione e il mentoring, mentre il secondo è un Metodo di sviluppo della persona con solide basi teoriche che, in Italia, è ben descritto all’interno della Norma UNI 11601:2015. Parlando di basi teoriche possiamo citare alcune delle teorie cui il Coaching [...].
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Nel momento in cui abbiamo bisogno di capire ciò che ancora non abbiamo compreso, lo proiettiamo fuori perché è il modo più semplice che abbiamo per viverlo, conoscerlo, impararlo e farlo nostro, così da poterlo interiorizzare e “digerire” (portare dentro). Ecco che nella pandemia in corso ognuno di noi vedrà qualcosa, una sfumatura diversa dal suo vicino. Pur restando una situazione difficile e dolorosa per tutti, ognuno individuerà fuori da sé un aspetto di se stesso con cui deve ancora [...].
Nel Coaching, il Coach sente la necessità di imparare a gestire se stesso e le proprie sensazioni nel corso della sessione. Possiamo dire che questo argomento ha un aspetto più tecnico e uno più interiore. Le 4A della Relazione di Coaching Quello più tecnico possiamo collegarlo all’allenamento e l’applicazione delle 4A* all’interno della Relazione di Coaching. È così che il Coach sviluppa un profondo ascolto del Coachee. Vediamo quali sono le quattro A e le loro peculiarità: Accoglienza, ovvero assenza di giudizio [...].
Partiamo dalla considerazione che chi lavora con le persone gode di una straordinaria opportunità, quella di vivere non una vita, bensì diecimila vite. Un pò come viaggiare consente di entrare in relazione con luoghi e culture differenti, assorbendole, così il relazionarsi con persone differenti consente di conoscere lavori, situazioni, emozioni, accadimenti che altrimenti non avremmo modo di sperimentare e che di riflesso arricchiscono anche noi. Motivo questo per cui ritengo che essere Coach sia un lavoro CON la persona, più [...].
Continuando sul tema della relazione in generale e in quella tra coach e coachee in particolare, possiamo citare la teoria psicologica dell’Analisi Transazionale di Eric Berne. Questa teoria parla di “posizioni relazionali” in termini di valore che i due soggetti facenti parte della relazione, attribuiscono a sé e all’altro. Ecco che se posso considerarmi OK o NON OK e nello stesso modo posso considerare l’altro come OK o NON OK, le quattro forme di relazione risultanti sono: IO sono OK, [...].
Così come scrive Raffaello Rossi, Counselor ed esperto di comunicazione e relazione di aiuto e come ribadito e teorizzato anche da Alessandro Pannitti e Franco Rossi della Scuola INCOACHING®, la relazione di coaching si deve concentrare sulla persona in quanto tale e non sulla persona come portatrice di un problema. Peggio ancora dare priorità al problema dimenticando la persona. Per fare ciò è utile tenere a mente le quattro A della relazione efficace di Coaching: Accoglienza, che sta a significare [...].