Cosa sono e come si sviluppano le nostre competenze?

Cosa sono e come si sviluppano le nostre competenze?

Nel linguaggio comune il termine competenza evoca un’abilità pratica consolidata attraverso un ripetuto esercizio. Si definisce competente colui che sa il fatto suo e di cui ci si può fidare rispetto a una determinata abilità.

Nella psicologia sociale il termine competenza ha invece assunto un significato più specifico a partire dagli anni ’70. L’origine di questa accezione del termine si deve principalmente allo psicologo del lavoro David McClelland, il quale pubblicò nel 1973 uno studio sulle relazioni fra quoziente intellettuale, risultati negli studi universitari e successo professionale (“Testing for Competenze rather than Intelligence”). Ciò che emerse è qualcosa che abbiamo sperimentato tutti, ovvero che una quota significativa di persone con un alto QI e ottimi risultati accademici non ha, di riflesso, un significativo successo professionale.

Riflettendo su questi dati, McClelland trasse la conclusione che il successo professionale è determinato, oltre che dal QI anche da altri fattori, che egli chiamò competenze.

Considerazioni simili sono quelle che hanno mosso e guidato, in tempi successivi, gli studi e le pubblicazioni di Daniel Goleman come “Intelligenza Emotiva”, “Lavorare con Intelligenza Emotiva”, “Essere Leader”, ecc.

Che si parta da un approccio che prende in considerazione il comportamento abituale della persona come riflesso di uno o più abiti comportamentali oppure che si parta da un approccio che concepisce le competenze in modo svincolato dai comportamenti, come delle dimensioni interiori che si avvicinano alle attitudini e che si caratterizzano soprattutto per il legame tra l’aspetto cognitivo e l’aspetto pratico, poco cambia.

Parlando di competenze

Esempi di competenze “tecniche” sono:

  • Conoscenza delle lingue straniere
  • Capacità di scrittura
  • Conoscenze informatiche
  • Capacità di analisi e interpretazione dei dati
  • Capacità di project management

Alcune competenze “trasversali” sono:

  • Capacità di ascoltare e comunicare oralmente
  • Capacità di adattarsi e di reagire in modo creativo a insuccessi e ostacoli
  • Dominio di sé, fiducia e motivazione personale utili per il lavoro per obiettivi
  • Efficacia nel lavoro di gruppo e di team e nelle relazioni interpersonali
  • Abilità di negoziare in caso di disaccordo
  • Capacità di organizzare e capacità di dare il proprio contributo

Le competenze descritte sono direttamente collegate a dimensioni personali, che chiamano in causa i processi psicologici, come:

  • Autostima, ovvero libertà da dubbi su se stessi e sul proprio valore
  • Autoefficacia, ovvero sicurezza di essere capaci di affrontare e portare a termine positivamente i compiti
  • Locus of Control interno, ovvero convinzione che il principio ultimo della soluzione dei problemi che si affrontano è in se stessi

Teniamo conto che nel chiedersi quali siano le competenze trasversali si sta operando un’astrazione rispetto al concetto di competenza descritto precedentemente.

Ovviamente non si tratta di individuare competenze funzionali a uno scopo pratico ben preciso, bensì si tratta di generalizzare in relazione a una vasta gamma di scopi pratici. Inoltre non esiste un unico criterio per ordinare tali comportamenti, autori diversi danno classificazioni differenti. Prendendo, ad esempio, in considerazione il già citato Daniel Goleman si vede come la sua classificazione parta dal concetto di intelligenza emotiva, intesa come sintesi di intelligenza ed emotività nel senso di controllo delle emozioni e di loro utilizzo funzionale.

Metodologie per lo sviluppo

Presupponendo un interesse della persona a migliorare il proprio livello di espressione di una determinata competenza, gli strumenti possibili sono il Training e il Coaching.

Training

Il Trainer è riconosciuto come il depositario di una cultura o di una esperienza superiore su un determinato argomento e perciò trasmette nozioni, tecniche e regole. Chi viene formato dal trainer mette tutto il suo impegno e la sua volontà nell’eseguire correttamente le azioni indicategli e, mediante la ripetizione di esse, consolida alcuni abiti.

Questa metodologia è utile, ad esempio, per l’acquisizione di competenze tecniche e per l’apprendimento di discipline sportive e artistiche. Risulta tanto più efficace quanto più i comportamenti da imparare sono codificati, senza molto spazio per l’improvvisazione e per la fantasia. Esistono tuttavia dimensioni di miglioramento che non sono codificate, né possono esserlo, come ad esempio “Voglio diventare più coraggioso”, in tal caso non è scritto da nessuna parte cosa l’essere coraggioso significhi per me.

Pensiamo anche alle dimensioni superiori di una disciplina sportiva o artistica, nelle quali, una volta acquisite le basi, ognuno è chiamato ad esprimere la propria originalità e creatività. In queste situazioni è improbabile che mettere in pratica gli esercizi ideati dal trainer sia utile a chi ha bisogno di esprimere in maniera preponderante la sua creatività.

Nel campo delle competenze tecniche il Training è indicato per lo sviluppo delle competenze di base. Nel campo delle competenze trasversali il Training è indicato per l’esercizio su comportamenti specifici a un livello di eccellenza, in quelle competenze nelle quali un livello eccellente è codificato.

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Coaching

Vediamo in quali situazioni è consigliabile adottare il Coaching. Partiamo dall’assunto che tale metodica consiste nel rinunciare a fornire qualsiasi tipo di suggerimento, aiutando altresì la persona a:

  • Chiarire con precisione cosa intende con l’espressione utilizzata per designare il suo obiettivo (es. Voglio diventare più coraggioso)
  • Chiarire cosa intende con “voglio”, termine che di per sé rischia di essere equivoco se non è precisato (es. con la risposta alla domanda “Quanto sei disposto a sacrificarti per diventare più coraggioso?”)
  • Sviluppare un pensiero creativo, cioè alimentato da nuovi punti di vista, circa i modi per avvicinarsi ama realizzazione dell’obiettivo

Quando ciò viene fatto le soluzioni che la persone individua sono le “sue” soluzioni, il pensiero che la persona sviluppa è il suo pensiero, adeguato alla propria situazione (cioè adeguato alla propria personalità, ai propri bisogni, alle proprie aspirazioni, alle proprie risorse, alla propria sensibilità, alle proprie circostanze).

Il Coaching, pertanto, conduce a chiarire i propri desideri e a trovare soluzioni circa i modi per realizzarli, come se l’interessato avesse pensato tutto da solo e con le energie che avrebbe se avesse pensato tutto da solo. Invece è stato aiutato.

Nel campo delle competenze tecniche il Coaching è indicato per coloro i quali hanno già acquisito le competenze di base e che vogliono raggiungere, in quella disciplina, risultati eccellenti. Nel campo delle competenze trasversali il Coaching è invece più indicato per lo sviluppo delle competenze di base.

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