Intelligenza Emotiva e Competenze Trasversali in azione grazie al Coaching

L’Intelligenza Emotiva è un concetto, oggi, presente sulla bocca di tutti soprattutto nel settore del recruiting in quanto rappresenta quelle abilità ricercate e richieste dal mondo del lavoro. Tali abilità fanno riferimento alle Competenze Trasversali o Soft Skills.

Ma cos’è di preciso? Il termine Intelligenza Emotiva viene introdotto negli anni ’90 da due studiosi americani Peter Salovey e John D. Mayer e successivamente viene ripreso, rielaborato e reso famoso da Daniel Goleman.

Secondo la teoria di Salovey e Mayer, l’Intelligenza Emotiva è la somma di diversi “fattori-chiave” quali:

  • Percezione delle emozioni, un’abilità fondamentale grazie alla quale siamo capaci di rilevare le nostre emozioni e quelle altrui
  • Uso delle emozioni, ovvero l’utilizzo deliberato che ne facciamo pensando o risolvendo problemi
  • Comprensione delle emozioni, intendono la capacità di coglierne le variazioni nel tempo
  • Gestione delle emozione, si tratta della facoltà di regolarle

Possiamo dire, sintetizzando, che l’Intelligenza Emotiva chiama in causa la gestione delle emozioni e questo (anche nel lavoro) ha un ruolo importante per non dire fondamentale. Riguarda infatti i rapporti con colleghi, capi e dirigenti ma anche con clienti e fornitori.

A sua volta Goleman, analizzando casi reali, rileva che la componente emotiva ha un ruolo rilevante nella vita professionale delle persone. Talvolta l’insuccesso è dovuto alla gestione delle emozioni più che a carenze rispetto alle competenze tecniche delle persone interessate a queste situazioni di disagio.

Educazione alla salute e Life Skill

Vale la pena ricordare che quasi 30 anni fa, nel 1993, il Dipartimento di Salute Mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva definito alcune abilità psicosociali quali competenze privilegiate per promuovere l’educazione alla salute nell’ambito scolastico e, prima ancora, nell’ambito personale. Queste abilità sono state definite Life Skill e nello specifico sono: decision making, problem solving, creatività, senso critico, comunicazione efficace, skills per le relazioni interpersonali, autoconoscenza, empatia, gestione delle emozioni, gestione dello stress.

«Le regole del lavoro stanno cambiando. Oggi siamo giudicati secondo un nuovo criterio: non solo in base a quanto siamo intelligenti, preparati ed esperti, ma anche prendendo in considerazione il nostro modo di comportarci verso noi stessi e di trattare gli altri. Questo nuovo metro viene applicato sempre più spesso quando si deve scegliere chi assumere e chi no, chi licenziare e chi riconfermare, chi scavalcare e chi promuovere. (…) La nuova misura di eccellenza dà per scontato il possesso di capacità intellettuali e di conoscenze tecniche sufficienti a svolgere il nostro lavoro. Invece, punta principalmente su qualità personali, come l’iniziativa e l’empatia, la capacità di adattarsi e di essere persuasivi (…)»
Fonte: Daniel Goleman (1998), Lavorare con intelligenza emotiva, Rizzoli.

Un altro aspetto sottolineato da Goleman è che l’Intelligenza Emotiva rappresenta una delle capacità in grado di guidare l’uomo verso il successo e le competenze che dirigono questo processo sono principalmente la creatività, la capacità di reagire agli insuccessi e l’autostima.

Ecco che oggi una qualsiasi azienda facente parte di qualsiasi settore, per poter essere competitiva e sostenibile, deve volere e sapere investire in questa direzione, motivando inoltre i propri dipendenti a fare altrettanto. In Italia come all’estero questo fenomeno sta acquisendo sempre più dimensioni significative: ovvero molte imprese investono tempo e denaro offrendo ai propri dipendenti programmi di formazione sull’ambito delle Soft Skill. Questa si rivela o si rivelerà una delle armi per garantire crescita e competitività in un prossimo futuro.

Come dice Howard Gardner il fenomeno “intelligenza” può essere scomposto in una serie finita di abilità umane distinte, di distinte intelligenze: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporeo-cinestetica, personale e interpersonale.

In questo scenario si colloca il Coaching come strumento utile per allenare le Soft Skill o Competenze Trasversali, non l’unico ovviamente ma senza dubbio uno dei più “potenti”.

Grazie al Coaching la persona acquisisce consapevolezza di sé e delle proprie risorse. Inoltre l’individuo o il gruppo viene stimolato a utilizzare la propria creatività e il proprio pensiero laterale.