Come l’evoluzione del singolo può divenire potenziante per il gruppo

Come l’evoluzione del singolo diviene potenziante per il gruppo

Spesso un Formatore, come anche un Coach, è portato a chiedersi cosa avrebbe potuto fare di diverso per essere maggiormente utile per coloro i quali si rivolgono a lui. Interrogarsi su questo è normale per un professionista (etico) che si trova quotidianamente a supportare persone che investono tempo, energie ed emozioni nel partecipare a programmi di Formazione e percorsi di Coaching.

Una valutazione di questo tipo prende in considerazione il fatto che ciascun partecipante ha esigenze simili ma differenti, si trova in un momento evolutivo personale e differente. La vera sfida è offrire a ciascuno la possibilità di accedere a consapevolezze utili per lo specifico momento e trovare risposte nella formazione e nel percorso a cui sta prendendo parte.

Ognuno di noi vive, nel corso della sua vita professionale, esperienze, occasioni, possibilità funzionali a far evolvere se stesso e ciò che può essere utile a qualcuno può non esserlo per qualcun altro nella specifica fase che sta attraversando. La vera sfida è quindi quella di individuare quei passaggi in grado di attivare la mobilità e l’evoluzione per la maggior parte di noi.

Partendo da questo presupposto ho individuato delle fasi, a mio modo di vedere, indispensabili per guidare il nostro agire:

  • Conoscere noi stessi. Tutto inizia da noi, dal nostro equilibrio interiore che crea, plasma, modifica il nostro mondo esteriore. Concetti come macrocosmo e microcosmo designano due entità di cui l’una è riproduzione in scala dell’altra e formano un insieme indivisibile, un’unità dove le parti (il microcosmo) sono in rapporto al tutto (il macrocosmo). Fondamentale e di primaria importanza un lavoro iniziale di auto-conoscenza e auto-consapevolezza.
  • Fare chiarezza. Si tratta di un passaggio spesso sottovalutato o dato per scontato, rarissimamente davvero vissuto. Ecco che molto spesso il futuro desiderato ha i contorni del sogno più che quelli dell’obiettivo o meglio ancora del risultato. Indispensabile, inoltre, passare dall’ideazione all’azione, alla definizione di un piano d’azione concreto, specifico, tempificato, eco-compatibile ed ego-compatibile.
  • Gestire il dialogo interno. Anche se non ce ne accorgiamo, viviamo un continuo dialogo con noi stessi. Questo dialogo  può essere potenziante e facilitante ma può anche essere depotenziante e ostacolante. Dice Gallwey (papà del Coaching) che spesso l’avversario più forte non si trova di là della rete (nel campo da tennis) bensì al di qua: siamo noi stessi.
  • Creare relazioni. La nostra identità si basa sulla relazione con l’altro e la rete di relazioni che creiamo nel corso della vita può fare la nostra fortuna o meno. Possiamo circondarci da mentori, persone stimolanti che appoggiano e riconoscono il nostro valore e il nostro potenziale aiutandoci a svilupparlo o possiamo accompagnarci con persone che, magari in buona fede, finiscono per bloccare o limitare la nostra evoluzione personale e professionale. Riconoscere l’effetto che la nostra rete di relazioni ha e, parallelamente, l’effetto che noi stessi abbiamo per le persone che ci circondano è importante.
  • Cambiare abitudini. Pensare che le abitudini siano qualcosa di costante e immutabile è un’idea sbagliata. Certo per cambiare un’abitudine serve discernimento e coraggio e la volontà di guardare quel lato della nostra vita che spesso teniamo, volontariamente, in ombra. Cambiare è possibile e molte volte è anche auspicabile.
  • Comprendere il momento. Non tutti i momenti della vita sono uguali: se ripensiamo a quando abbiamo iniziato la nostra carriera lavorativa, ci rendiamo conto che si trattava di un momento differente dall’attuale e di questi momenti ne abbiamo probabilmente vissuti, inconsapevolmente, diversi. Ogni ciclo di vita richiede la sua comprensione e la sua accettazione perchè solo così possiamo avanzare e imparare qualcosa da ciò che quella specifica fase ha in serbo per noi.
  • Valutare il contesto. Le nostre scelte e le nostre azioni così come le nostre non scelte e non azioni hanno un impatto sull’evoluzione dei sistemi sociali ai quali apparteniamo. Riconoscere l’interdipendenza del singolo e del contesto consente di generare evoluzioni positive sia per l’individuo che per l’ambiente in cui questo opera. Un primo passo è, ad esempio, quello di passare attraverso una comunicazione maggiormente efficace e assertiva.

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