La mia esperienza con il Coaching Ontologico-Trasformazionale

La mia esperienza con il Coaching Ontologico-Trasformazionale

Qualche settimana fa ho avuto modo di partecipare a una giornata formativa sul Coaching Ontologico-Trasformazionale. Questo approccio utilizza le distinzioni linguistiche come strumento di lavoro. Interviene cioè su parole di uso quotidiano dandone una nuova interpretazione per favorire un cambio di prospettiva e promuovere un cambio di modello di riferimento.

Il Coaching Ontologico-Trasformazionale si basa sull’ontologia del linguaggio secondo la quale gli esseri umani sono esseri linguistici e il linguaggio è la chiave per comprendere i fenomeni umani. Inoltre, il linguaggio è generativo ovvero, la parola è azione e quindi, ogni volta che pronunciamo delle parole, stiamo selezionando le azioni che faremo.

Le teorie del linguaggio ci dicono che il linguaggio che gli esseri umani utilizzano abitualmente non solo descrive la realtà ma la “genera”. Sostenere che il linguaggio è generativo significa sostenere che il linguaggio è azione e quindi crea la realtà (nel senso che apre delle porte e ne chiude delle altre). Quindi, quando parliamo noi “creiamo” la nostra identità (e quella altrui), il nostro futuro (e quello altrui) e il mondo in cui viviamo.

Ecco che ogni volta che utilizziamo delle parole specifiche per descrivere la realtà attorno a noi, in pratica ci stiamo collocando rispetto ad essa e stiamo mostrando a noi stessi e agli altri la nostra personale mappa mentale, le nostre opinioni, giudizi, convinzioni e valori. Non solo stiamo esplicitando il nostro punto di vista ma stiamo anche scegliendo con che occhi stiamo guardando la realtà e il mondo attorno a noi.

Come detto, gli strumenti principali di lavoro, secondo il Coaching Ontologico-Trasformazionale, sono le distinzioni linguistiche. Si tratta di parole di uso comune a cui viene data una interpretazione consapevole in modo da favorire un cambio di prospettiva e di azione. Con le distinzioni si ottengono nuove interpretazioni della realtà e si permette all’individuo di acquisire differenti competenze e abilità.

Il Coaching Ontologico-Trasformazionale è dunque una opportunità per allenare e implementare le abilità conversazionali della persona.

“Il linguaggio è in se stesso azione. La parola è capace di aprire e chiudere porte”. Rafael Echeverrìa

Se la parola è azione e l’azione costruisce il mio essere, posso allora modificare il mio essere attraverso la parola.

I riferimenti teorici del Coaching Ontologico-Trasformazionale sono principalmente tre:

  • La filosofia costruttivista, che nasce da Heidegger e da Nietzsche e si sviluppa, nel secolo scorso, con Wittgenstein e Maturana partendo dal presupposto che siamo i creatori della nostra realtà
  • La filosofia del linguaggio e l’idea del linguaggio come generatore di realtà, che viene poi ulteriormente sviluppata dai linguisti Austin e J. Searle. Anche Rafael Echeverria, filosofo e linguista è considerato un punto di riferimento fondamentale
  • La teoria dei sistemi, che deriva anche dal lavoro di Humberto Maturana, biologo, sociologo e filosofo costruttivista

La lingua influenza il nostro modo di pensare

Lera Boroditsky in questo TEDx talk parla di come la mente umana non ha inventato un unico universo cognitivo, bensì 7.000 e di come le lingue plasmano il modo in cui pensiamo.

 

Materiale di riferimento: